FIERA DI SAN BONIFACIO, CONFCOMMERCIO: COSì NON VA

Lo spostamento della Fiera di San Marco nelle vie centrali di San Bonifacio sta creando malumore e preoccupazione tra i commercianti, che lo hanno fatto presente nella riunione svoltasi mercoledì alla presenza del sindaco Gianpaolo Provoli, dell'assessore al commercio Simona De Luca, del vicepresidente della Confcommercio di San Bonifacio Gianni Piubello, del consigliere di delegazione Giacomo Ferro e dei funzionari dell'Associazione Paolo Caldana e Sandra Hreiz. 

La delibera del 23 dicembre 2021, sconosciuta sino a pochi giorni fa, desta inquietudine tra gli operatori economici per vari motivi: la chiusura di numerose strade, l'oscuramento delle vetrine dei negozi da parte dei gazebo, la vendita di prodotti concorrenti a quelli dei punti vendita in sede fissa nelle vicinanze degli stessi. Inoltre, a differenza, degli scorsi anni, gli ambulanti non potranno insediare i loro banchi nella giornata del 25 aprile, in quanto il centro città sarà occupata dai gazebo.

 

C'è preoccupazione, inoltre, per la chiusura degli stalli di parcheggio nelle vie interessate dalla manifestazione (in particolare in un largo tratto di corso Venezia) per una settimana circa, con forti danni attesi per le attività interessate.

 

Confcommercio Verona ha chiesto all'amministrazione di essere coinvolta una volta insediato l'organizzatore dello stesso (15 marzo) in modo da arrecare minor danno possibile alle attività economiche. "Non ci piace l'idea dello spostamento della sede dopo tanti anni, mentre la mancanza di comunicazione rappresenta un aspetto decisamente negativo" il commento di Confcommercio Verona.

 

"Siamo preoccupati per il modo con il quale è stato sin qui gestito il tutto: assenza di confronto, atti già assunti che mettono gli operatori commerciali di fronte al fatto compiuto senza che vengano minimamente considerate le loro esigenze benché siano loro a offrire servizio e presenza commerciale tutto l’anno, decisioni maturate sulle indicazioni del precedente gestore della fiera che confermano quanto peraltro da decenni sosteniamo, ovvero che il Palù non è e non può essere la soluzione di parcheggio per il centro del paese".

 

Confcommercio Verona ribadisce la disponibilità al confronto "che però - puntualizza - non può e non deve prescindere dalla tutela degli interessi di chi fa impresa commerciale tutto l’anno a San Bonifacio: la Fiera è un valore, non può e non deve diventare un ostacolo alla presenza delle nostre imprese”.

 

Sul tema è intervenuto anche Paolo Ambrosini, presidente provinciale e nazionale dei librai Ali Confcommercio, con una lettera aperta:
"L’altra sera ho seguito il consiglio comunale di S.Bonifacio, interessato dalla questione Fiera 25 aprile che tanto ha animato il dibattito tra noi operatori commerciali nelle ultime settimane e questo sin da quando, era il 16 febbraio, casualmente sono stato informato della delibera di giunta dello scorso 23 dicembre che smembra in due la fiera, così come si è tenuta sino all’anno scorso, disponendo lo spostamento dei banchi degli ambulanti alla festa patronale di recente costituzione, il 5 giugno, e trasferendo la parte espositiva con i suoi gazebi lungo il tratto principale della via commerciale del centro paese".

 

"Questa decisione è frutto delle osservazioni dell’allestitore delle ultime due edizioni che ha segnalato, al netto dei problemi legati alla pandemia e dello spostamento di data, un’ottima affluenza lungo le vie del centro dove erano distribuiti i banchi del mercato e una minore affluenza negli spazi espositivi del Palù non “visti” (?), a suo dire dai frequentatori. Premetto che quanto scrivo lo faccio in quanto parte in causa, operatore commerciale non residente nel comune, e componente del consiglio di delegazione di Confcommercio, associazione nella quale dal 2000 mi occupo della mia categoria, i librai, come presidente provinciale, e dal 2018 come presidente nazionale, ora al secondo mandato, un impegno che da sempre, ho cercato di assolvere seguendo l’insegnamento di mio nonno che del comune di S.Bonifacio è stato amministratore e fondatore dell’opera missionaria parrocchiale, per il quale l’impegno civico è sempre stato prima di tutto impegno per costruire soluzioni nell’interesse comune e non di una parte in danno dell’altra".


"Ebbene, rilevo che si è persa un’occasione per fare Politica, e uso volutamente il maiuscolo, intesa come costruzione di una soluzione che possa meglio sintetizzare le esigenze in campo, correndo il rischio così di fare un danno certo al paese e alla sua economia e questo perché, la questione del contendere coinvolge tre poli di interesse: l’allestitore, che ha un interesse economico puntuale legato alla manifestazione e alla partecipazione degli espositori, le imprese presenti nel territorio che dalla fiera si aspettano un sostegno e uno slancio per le loro attività, e gli operatori del mercato straordinario che da sempre trovano in esso un interessante momento per la loro attività; di questi tre poli di interesse la delibera di giunta ne tiene in conto uno solo ovvero quello dell’allestitore e seguendo lo schema tecnico-amministrativo conseguente disegna un cambiamento radicale della fiera; il tutto per cosa? Dicono per migliorare la fiera e renderla più accattivante per gli espositori: ma sono sicuri che quella soluzione sia effettivamente la migliore tra le soluzioni possibili in campo, e hanno valutato attentamente i costi che genererà con azzeramento degli incassi per gli operatori del mercato straordinario che non si terrà e per gli esercenti le attività del centro bloccati per una settimana per assenza di parcheggio e per i disagi conseguenti agli allestimenti? Hanno inoltre valutato le conseguenze sui residenti del centro e sulla loro mobilità e accesso alle proprietà? Siamo certi che togliere ciò che è stato il punto forte della fiera, ovvero gli oltre 160 banchi del mercato, sia la soluzione giusta o non sarebbe forse il caso di pensare a come utilizzarli per cercare di affrontare e risolvere i problemi dell’area espositiva? Dal confronto emerso in consiglio non sembra…".


"Sono tutte domande, dubbi, che in un confronto con tutti i portatori di interesse è ancora possibile analizzare, nella ricerca di quel bene comune, che è la missione della Politica, che spero prevalga anche in questa occasione per il bene di San Bonifacio e della Fiera", conclude la lettera di .Ambrosini.




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