«ABUSIVISMO NEL RICETTIVO FENOMENO STRARIPANTE»

Categoria: Attualità
22 Ottobre 2019

Un problema sempre più diffuso che rischia di assumere dimensioni straripanti e  richiede un’azione ancora più incisiva a livello di controlli e di “repressione”: è quanto emerso nell'incontro "Abusivismo nel settore ricettivo: dimensioni e soluzioni", organizzato da Confcommercio di Verona e da Federalberghi Garda Veneto che si è svolto lunedì 21 ottobre a Peschiera, alla Scuola agenti di polizia. 

 

Ne hanno parlato Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, Ivan De Beni, presidente Federalberghi Garda Veneto, Giulio Cavara, presidente Associazione Albergatori di Verona e provincia-Federalberghi, Luigi Altamura, comandante della polizia municipale di Verona e, in rappresentanza della Regione Veneto, Roberto Squarcina, dell’Ufficio Legislazione e Area Normativa per il turismo.


L’abusivismo nel settore ricettivo è un fenomeno in grande, preoccupante espansione, che porta con sé un chiaro problema di evasione fiscale, di sicurezza e di concorrenza sleale, ha sottolineato Arena. Concorrenza sleale che danneggia le imprese turistiche tradizionali ma anche gli stessi operatori che gestiscono le nuove forme di accoglienza nel rispetto delle regole e del mercato.

 

 

Da tempo Confcommercio, a livello nazionale e provinciale, è in prima linea e sostiene la battaglia degli albergatori, richiamando l'attenzione delle istituzioni sui rischi indotti dalla proliferazione indiscriminata di attività di accoglienza che, mascherate con la definizione di sharing economy, hanno generato un mercato parallelo che si sottrae a qualunque obbligo.

Il contrasto del sommerso turistico va in due direzioni: da una parte la tutela della sicurezza e della salute pubblica in quanto il consumatore deve poter usufruire di un’offerta turistica in regola e degna di questo nome; dall’altra la salvaguardia del mercato, delle imprese e dei loro dipendenti. 
E poi c’è un altro elemento da tenere nella massima considerazione: l’abbandono dei centri storici da parte dei residenti, uno svuotamento conseguente alla “messa a reddito” degli appartamenti. Un fenomeno di cui si stanno purtroppo già ora manifestando concretamente gli effetti anche nella città capoluogo di Provincia.


“A Verona - ha detto Arena - è stato verificato che il 5% degli host pubblica oltre il 26% degli annunci, che a loro volta producono oltre il 30% dei profitti totali, a riprova che le locazioni turistiche ormai sono attività economiche organizzate, non esperienze occasionali a integrazione del redditi. Serve fare tesoro del contingentamento degli affitti brevi online adottato a Barcellona, Amsterdam e Parigi, che hanno introdotto limiti temporali o consentito l'affitto di intere unità abitative solo ad alcune porzioni urbane". Per rafforzare i controlli "Confcommercio ha offerto un contributo in risorse umane all'amministrazione comunale; attendiamo la stipula della convenzione. Al di là dell'impegno ad arginare il fenomeno occorre un ragionamento di sistema e chiedersi che turismo vogliamo sviluppare: se solo quantitativo, con lo spopolamento dei centri o anche attento alla qualità”.

Come ha ricordato Squarcina, manca meno di un mese per l'entrata in vigore in del Cir, codice identificativo di riferimento, degli alloggi turistici. A partire da mercoledì 20 novembre le soluzioni messe in vendita dai portali d'affitto online dovranno essere accompagnate dal Cir assegnato dalla Regione. Per ottenerlo appartamenti, ville o singole camere dovranno essere in regola con la normativa. Per gli altri, scatteranno i controlli affidati alla polizia locale. Secondo le associazioni di categoria degli albergatori si tratta di un primo passo, a lungo sollecitato, contro l'abusivismo. Ma attenzione: “Ci si muove su un terreno in cui si intersecano competenze centrali e periferiche”, ha detto Squarcina. “La locazione è un contratto privato. Noi possiamo pretendere di conoscere le dimensioni della vendita degli alloggi turistici via web e l'istituzione del codice identificativo va in questa direzione. Soltanto il Veneto e la Lombardia finora hanno legiferato; in Lazio vige un regolamento regionale. Attendiamo una soluzione nazionale che lo scorso governo aveva abbozzato (con l'articolo 13 del decreto legislativo numero 34 del 2019), rimasto però nel vago, non specificando obblighi, soggetti preposti ai controlli ed entità delle multe”, ha aggiunto Squarcina.


In città, come ha sottolineato nel suo ampio intervento Altamura, la polizia municipale sta lavorando sodo ma la battaglia è complessa: “L'host abusivo mette a rischio la sicurezza pubblica, perché non comunica le generalità di chi ospita; evade la tassa di soggiorno e non garantisce l'incolumità degli ospiti. Abbiamo organizzato controlli incrociati con gli altri servizi del Comune e non: anagrafe, commercio, catasto, Agenzia entrate, municipalizzate che distribuiscono acqua, luce e gas o raccolgono i rifiuti. Le incongruenze nei consumi, ad esempio, possono avvalorare le segnalazioni dei vicini di casa”.

 

I numeri parlano chiaro. Due esempi su tutti: a Verona si è verificata una crescita esponenziale con 3.657 strutture oggi pubblicizzate sul web, 1.617 strutture in più in tre anni. A Peschiera ad agosto erano 638 le strutture pubblicizzate, a fronte delle 150 di tre anni fa.


“Contrariamente a quanto previsto dalla normativa, queste attività erogano servizi e si sono trasformate in una sorta di hotel paralleli”, ha denunciato Cavara. “In una di queste strutture, in piazza Erbe, composta da una ventina di camere, mi risulta questa estate abbia soggiornato anche il tenore Placido Domingo. Ed è difficile pensare che la mattina si rifacesse il letto”. Secondo il presidente degli Albergatori veronesi “la legge veneta servirà solo se sarà accompagnata dai controlli e se la polizia municipale avrà sufficienti risorse".  Cavara ha aggiunto che “i prezzi di queste strutture sono in linea con gli alberghi e analogo è anche l’indice di occupazione”. Le sue proposte per una regolamentazione: “dati catastali dell’immobile, ragionare su un nuovo concetto di residenza, proporre un limite temporale alla proposta di immobili in locazione turistica per non trasformare completamente le città”.

 

Sul lago di Garda, ha sottolineato De Beni, la situazione è analoga a quella riscontrata in città. “Nell'agosto 2018 solo su Airbnb erano disponibili 2.657 alloggi, un numero più che raddoppiato rispetto a quello registrato nell'agosto 2016, quando era a quota 1033. Deve essere attivata al più presto una strategia di controlli incrociati tra le amministrazioni locali, i comandi di Polizia dei Comuni del Lago, la guardia di finanza per cercare di arginare questo problema già arrivato a un punto di non ritorno. Anche i colleghi albergatori vigilino sul territorio”. E all’orizzonte si profilano nuove forme di alloggi come cabinati e spazi all’aria aperta: “il fenomeno è solo all’inizio”.

 

In chiusura Paolo Artelio ha illustrato l'attività e i progetti del Consorzio Lago di Garda Veneto da lui presieduto.

Confcommercio Verona utilizza i cookies per migliorare l'usabilità del sito. Potete disabilitare i cookie, modificando le impostazioni del vostro browser.