IN PENSIONE CON QUOTA 100 PER GODERSI LA VITA

Pubblicato: Lunedì, 10 Giugno 2019 12:04

QUO100Non è il futuro incerto del lavoro o quello del pensionamento a spingere nella scelta di anticipare la pensione con Quota 100. A 62 anni si è ancora giovani e la possibilità di andare in pensione in anticipo, con 38 anni di contributi, significa poter godere al meglio del meritato riposo dal lavoro e del conseguente tempo libero a disposizione.  

 

La voglia di godersi la vita e il tempo libero ritrovato è la motivazione principale per il 23,6% dei lavoratori che si sono rivolti al Patronato 50&PiùEnasco aderente a Confcommercio per presentare la domanda di anticipo pensionistico con Quota 100, grazie al Servizio di consulenza e accompagnamento appositamente dedicato a questa nuova possibilità di pensionamento anticipato.

 

Il sondaggio, dal titolo “Quota 100: le ragioni della scelta” effettuato attraverso la somministrazione di questionari su un campione casuale di destinatari, ha dato altre risposte inaspettate.


La seconda motivazione che ha spinto verso Quota 100 è stata per il 20,3% degli intervistati il peso di una vita lavorativa faticosa. Sorprendentemente, il 16,1% delle risposte ha fornito come motivazione la convenienza economica. C’è chi ci ha guadagnato. «Questo dato, pur parziale, smentirebbe gli allarmi lanciati a più riprese circa la “penalizzazione” di tale forma di pensionamento che hanno accompagnato soprattutto il debutto di Quota 100», commenta Gabriele Sampaolo, direttore generale del Patronato 50&PiùEnasco.


Andando più nel dettaglio delle risposte secondo la suddivisione per categoria lavorativa, emerge come per gli autonomi il peso della vita lavorativa (23%) e la convenienza economica (22%) siano le motivazioni di gran lunga più rilevanti, mentre risultano pochissimi coloro che sono stati indotti al pensionamento dall’incertezza sulle possibilità di pensionamento futuro (3%).

 

Per i dipendenti del settore privato, le motivazioni di gran lunga più rilevanti (27%) sono la possibilità di godersi il tempo libero e il peso della vita lavorativa (18%), seguite dalla convenienza economica (17%).

 

Per i lavoratori pubblici, le motivazioni principali sono la possibilità di disporre del maggior tempo libero (25%) e il peso della vita lavorativa (24%). Per i lavoratori pubblici, tuttavia, incidono in maniera più rilevante anche la situazione familiare (come, ad esempio, la presenza di persone da accudire: 19%) e l’incertezza sulle possibilità di pensionamento futuro (11%). Entrambe queste voci, invece, fanno registrare incidenze molto più basse per le altre categorie indagate (autonomi e dipendenti privati).

E’ interessante notare come per i lavoratori del settore pubblico, la convenienza economica abbia costituito una leva molto meno efficace (4%) rispetto ai dipendenti privati (17%) ed agli autonomi (22%).

 

Chi andrà in pensione con Quota 100 sarà rimpiazzato? E’ questo un aspetto importante che 50&PiùEnasco ha voluto indagare. Ha chiesto ai prossimi pensionati se l’azienda/amministrazione stesse assumendo nuove persone in loro sostituzione. Tra coloro che rivestono la qualifica di lavoratore dipendente, solo il 21,4% ha risposto che per ciascun lavoratore pensionato con Quota 100, la sua Azienda/Amministrazione assumerà un nuovo lavoratore; nel 7,1% dei casi, invece, il numero dei lavoratori assunti sarà più basso del numero di quelli pensionati. Il 15,5% ha risposto che nessuno dei pensionati Quota 100 sarà rimpiazzato, mentre nel 3,4% dei casi non solo i pensionati saranno sostituiti, ma le nuove assunzioni supereranno addirittura il numero dei pensionati.

 

Dalle risposte ottenute (il 52,5% degli intervistati non ha saputo rispondere o non ha risposto) emerge quindi un quadro di riduzione complessiva del livello di occupazione, a seguito dell’introduzione di Quota 100, in particolare nel settore della Pubblica Amministrazione.

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