«UN DECRETO DIGNITA' NEMICO DELLE IMPRESE»

"Il Decreto Dignità evidenzia tutti i limiti di un’impostazione segnata da un errore di metodo e da altrettanti errori di merito: sul piano del metodo si è scelto di intervenire senza confrontarsi adeguatamente con le parti sociali, sul piano del merito, la stretta dei contratti a termine aggrava i costi, incertezze e rischi di contenzioso, ma non può certo dare impulso ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato”.

 

 

Lo ha detto Nicola Baldo, vicepresidente di Confcommercio Verona, in occasione dell’incontro con la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che lunedì era nella nostra città per confrontarsi con una rappresentanza di imprenditori.

 

Baldo ha consegnato una lettera con le osservazioni di Confcommercio Verona sul delicato argomento: “Il Decreto Dignità - si legge nella missiva - dovrebbe riguardare non solo i lavoratori dipendenti, ma anche gli imprenditori, che meritano lo stesso rispetto e considerazione favorendoli nello svolgimento di attività spesso caratterizzate da difficoltà, economiche ed organizzative, che la crisi ha aggravato. Il provvedimento sul lavoro, purtroppo, non va in questa direzione perché introduce elementi di contrasto alle formule contrattuali di flessibilità di cui le imprese hanno bisogno”.


“Il lavoro a tempo determinato - evidenzia la lettera - non può essere confuso con la cattiva occupazione, perché molte nostre attività sono (per fortuna) caratterizzate da fisiologici picchi di incremento, che non possono essere diversamente gestiti. Anche, riproporre la causale riporta la disciplina dei contratti a termine al passato. Comprendiamo la necessità di tutelare i giovani da precariato, ma paradossalmente si rischia di crearne di nuovo. Inoltre decretare così nel dettaglio queste materie, svuota di significato la contrattazione settoriale, si impone un abito uguale a settori differenti con esigenze fortemente disomogenee”.


E ancora: “Ridurre la durata massima del tempo determinato da 36 a 24 mesi, creando ulteriori rigidità, ed eliminare le causali legate alla stagionalità, rappresenta un fattore estremamente penalizzante per le imprese - ad esempio quelle dei Pubblici Esercizi - che operano nel campo turistico. Così facendo si impone una disciplina del lavoro più rigida, creando problemi di natura organizzativa e favorendo la concorrenza internazionale”.


Per quanto riguarda i voucher, viene ricordato che la Federazione dei Pubblici Esercizi ha appreso con molta preoccupazioni alcune indiscrezioni relative all’intenzione del Governo di limitarne l’utilizzo alle sole strutture ricettive e non più alle aziende del settore che lavorano nel comparto del turismo che naturalmente applicano il contratto collettivo: “La sua reintroduzione, fortemente auspicata dalla Federazione, implicherebbe la restituzione alle aziende del settore la possibilità di avere a disposizione uno strumento legale e tracciabile per regolamentare le prestazioni di lavoro occasionali. Prestazioni frequenti nelle aziende a vocazione turistica, e dunque non solo alberghi, ma anche ristoranti, stabilimenti balneari e tutti i pubblici esercizi che devono rispondere ad una domanda di lavoro caratterizzata da alta flessibilità e stagionalità”.


“Il doppio intervento di restrizione sul lavoro a tempo determinato e di eventuale negazione dell’uso dei voucher comporta l’irrigidimento di un settore fondamentale del Made in Italy e del turismo”, la conclusione di Confcommercio Verona. “Chi ha elaborato questo provvedimento è convinto che chi fa impresa faccia solo ed esclusivamente speculazione. La nostra visione d’impresa è creare reddito per continuare gli investimenti per migliorare l’azienda e formare il personale al futuro”.


“La maggioranza delle nostre imprese, hanno meno di 50 dipendenti e sono piccole o micro imprese dove i titolari sono i primi lavoratori coadiuvati dai propri collaboratori”, conclude la lettera rivolta a Meloni. “Nessuna di queste imprese ha conti nascosti in Paradisi Fiscali. Questa, come dice lei, è una proposta di sinistra che considera gli imprenditori come nemici”.




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