VERTENZA ESSO, IL GIUDICE RINVIA A SETTEMBRE

Si è svolta il 19 luglio presso il Tribunale Civile di Roma la prima Udienza del procedimento promosso da Faib, Fegica e Figisc verso la Esso italiana, Petrolifera Adriatica e Retitalia, avanzata nell’ambito della contestazione dell’operazione di cessione degli impianti Esso operata tramite il cosiddetto modello grossista. 

 

L’azione legale, promossa in via di urgenza è stata avanzata dopo una complessa azione politico sindacale con un pool di Studi Legali e discussa presso il Tribunale di Roma, sezione Lavoro e Previdenza.

 

L’azione legale davanti al Giudice del Lavoro è stata resa necessaria per la dichiarata e continuata violazione degli Accordi sindacali sottoscritti con la Esso italiana, trasferiti, con la proprietà degli impianti, ai nuovi acquirenti e per i ripetuti abusi. Faib, Fegica e Figisc, in un comunicato congiunto, chiedono il rispetto degli Accordi in essere, la loro piena applicazione sino alla sottoscrizione di un nuovo Accordo con la Esso o con le Aziende petrolifere i cui Marchi verranno utilizzati dagli impianti ceduti, così come recitano le Leggi Speciali di Settore.

 

D’altro lato, non è accettabile che la volontà manifestata, con riserva ed eccezioni extra legem, a riprendere il negoziato possa autorizzare a sospendere unilateralmente Accordi in essere cambiando le condizioni economiche e normative dei gestori a marchio Esso; né la Compagnia può chiamarsi fuori dal momento che continua a mantenere il logo sugli impianti, a fornire in esclusiva i prodotti, a gestire le politiche commerciali e promozionali e a somministrare le proprie carte petrolifere.

 

E’ dunque su questi aspetti centrali ed essenziali che le tre Federazioni hanno richiamato l’attenzione del Giudice sottolineando la pervicace volontà delle controparti tutte di operare al di fuori del quadro normativo definito e di approfittare di una posizione dominante nel rapporto economico in essere con i gestori a marchio mentre il Parlamento ha approvato un ordine del giorno che chiede al Ministero dello Sviluppo Economico di conoscere quali iniziative ritiene di assumere per il ripristino della legalità e per l’immediata attivazione del Tavolo di conciliazione delle controverse collettive. Il Giudice, acquisiti gli atti, anche quelli tardivamente depositati dalle controparti, ha rifissato una nuova Udienza per il 27 settembre.




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