AUTOTRASPORTATORI FAI DAL SINDACO TOSI

Anche Verona è coinvolta dalla mobilitazione nazionale degli autotrasportatori indetta da Unatras per sabato 18 marzo: una carovana di sei Tir ha raggiunto partendo dall’interporto, la sede del Municipio, a Palazzo Babrieri, dove, alle 12, gli autotrasportatori della Fai-Conftrasporto hanno consegnato un documento al sindaco Flavio Tosi con le ragioni della protesta.

 

Gli autotrasportatori chiedono più controlli sui veicoli stranieri, riduzione dei contributi per chi fa trasporti internazionali, trasparenza del mercato, sanzioni per chi non rispetta i tempi di pagamento. 

A Venezia un camion percorrerà i canali e arriverà a San Marco a bordo di una chiatta. La mobilitazione coinvolge anche il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Liguria, il Lazio, le Marche, la Campania, con diverse modalità di protesta e con la partecipazione di migliaia di mezzi. Il ritrovo sarà, secondo le località, tra le 8 e le 10. Tra le regioni del nord Italia, sarà la Lombardia a schierare il maggior numero di mezzi: a Milano decine di Tir viaggeranno compatti fino alla sede Rai di corso Sempione; a Brescia i ‘bisonti della strada’ scenderanno in carovana dalle montagne a valle, fino alla sede della Motorizzazione civile; a Bergamo procederanno a passo di lumaca lungo le tangenziali in entrambi i sensi, mentre a Lecco faranno, con lentezza, il giro della città.

 

Fai-Conftrasporto, la Federazione degli autotrasportatori aderente a Confcommercio, parteciperà alla manifestazione con centinaia di imprese, molte delle quali venete. “Non escludiamo nei giorni successivi a sabato forme di protesta anche più incisive di questa”, dichiara il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè. Tanti i temi al centro della mobilitazione, dai (lunghi e incerti) tempi di pagamento delle imprese ai fenomeni di abusivismo, da quello che è di fatto un blocco delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali all’assenza di una norma che tuteli le imprese italiane rispetto alla concorrenza sleale di quelle straniere (il riferimento è soprattutto a quelle dei Paesi dell’Est Europa). Ci sono casi di imprese messe in ginocchio dall’incertezza dei pagamenti, con centinaia di trasportatori e migliaia di famiglie che si sono ritrovati improvvisamente in mezzo a una strada.

 

“Questo è un Paese in cui sembra normale che il trasportatore faccia da banca – dichiarano gli autotrasportatori - cioè che finanzi il proprio cliente. È una prassi tutta italiana per nulla degna di un Paese civile”. Per quanto riguarda i trasporti eccezionali, dopo i gravi incidenti avvenuti recentemente a causa del crollo di due ponti (sui quali tra l’altro non sono emerse responsabilità legate ai mezzi di trasporto) il rilascio delle autorizzazioni per questo tipo di trasporto è stato sospeso in attesa di una norma che faccia chiarezza su un nuovo indirizzo per svolgere tale attività. Nel frattempo, si sta creando un notevole danno non solo alle imprese di trasporto, ma a tutto il sistema produttivo italiano.

 

“Ma penso anche alle risorse per il trasporto combinato strada mare e strada rotaia che l’Unione europea aveva già approvato e che il nostro Paese nel 2016 è riuscito incredibilmente a perdere per strada – aggiunge Paolo Uggè - o al fatto che i 280 ingegneri attesi negli uffici delle Motorizzazioni civili per far finalmente ripartire le revisioni, e non tenere fermi migliaia di mezzi, non sono stati assunti perché mentre il Ministero dei Trasporti ne decretava l’urgentissimo bisogno, quello dell’Economia bocciava la richiesta”. “C’è una delusione molto forte, che è la naturale conseguenza di aspettative disattese, verso la politica dei trasporti – conclude il presidente di Fai-Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio – una conclusione alla quale gli autotrasportatori sono giunti dopo lunghi mesi di silenzi da parte delle istituzioni e che sfocerà nelle manifestazioni di questo fine settimana”.




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