FRUITIMPRESE VENETO: EMBARGO RUSSO, UN GRAVE DANNO

di Stefano Pezzo*

Fruitimprese Veneto che raccoglie una quarantina di aziende nel mondo dell’ortofrutta delle quali la maggior parte è dislocata sul territorio Veronese con un fatturato complessivo di circa 550 milioni di euro non è d’accordo con la scelta di Bruxelles di prorogare le sanzioni alla Russia per un altro anno, decisione che ha inevitabilmente causato il protrarsi per lo stesso periodo dell’embargo dei prodotti ortofrutticoli Italiani e quindi Veneti in Russia

 

Dopo un anno di grande sofferenza delle nostre aziende che hanno sopportato a fatica la situazione per i prezzi realizzati (a parte il kiwi) che non coprivano nemmeno i costi di produzione, ci troviamo di nuovo di fronte a un futuro incerto con prospettive non certo rosee, addirittura peggiori dell’anno scorso.

 

Nel Veronese si producono ingenti quantitativi di mele Granny Smith da sempre vocate all’esportazione in Russia come anche pere, kiwi, pesche e nettarine e altri articoli che non potendo piu andare in quel paese per un altro anno almeno non avranno collocazione alternativa alle stesse condizioni di mercato e dovranno essere destinate o all’industria o svendute in chissà quale altro Paese, visto che in Italia non ci sono abbastanza consumi per assorbirle. Ad aggravare questa situazione si è aggiunta l’impossibilità di spedire anche in Ucraina che al momento è implicata nella vicenda russa e ha ridotto di moltissimo le importazioni.


Inoltre anche i paesi del Nord Africa, come la Libia ad esempio, anche se per altri motivi, hanno modificato la loro stabilità politica che impedisce l’importazione di mele (prevalentemente Golden, Royal Gala e Red Delicius), di kiwi e altri articoli commercializzati dalle nostre imprese. Durante tutta la passata stagione si è cercato uno sbocco in mercati più lontani come la Cina, l’Estremo Oriente, il Medio oriente e il Sud america ma purtroppo in molti Paesi mancano gli accordi fitosanitari per poter esportare quanto necessario; ad esempio in Cina può entrare per il momento solo il kiwi italiano. In altri casi invece l’impossibilità di importare è dovuta o alla produzione locale o all’approvigionamento da aree più vicine.


Ci troviamo quindi in una situazione ancora peggiore dell’anno scorso e urge aprire una trattativa politica urgente per poter trovare un accordo diverso da questa decisione di mantenere le sanzioni per la Russia che potrebbe mettere in seria difficoltà molte realtà agricole e commerciali della nostra regione/provincia.


Abbiamo il costo del lavoro tra i più alti in Europa, da uno studio fatto dalla nostra organizzazione abbiamo circa 14,7 euro di costo aziendale per ora lavorata in agricoltura con l’aggravante che se questo costo è di un lavoratore a tempo determinato non è nemmeno deducibile ai fini Irap poiché lo sono solo per i lavoratori a tempo indeterminato. In confronto a noi altri paesi nostri concorrenti come la Spagna hanno costi ben più bassi, circa 9,00 euro in Spagna e meno di 4,00 euro in Polonia e pagano molto meno il carburante per spedire le loro merci nei mercati di sbocco. Quindi se non riusciremo a sbloccare la situazione intervenendo sia sul fronte dei costi che dei ricavi tutta la filiera ortofrutticola Veronese, Veneta e Italiana soffrirà ancora di più nello scenario competitivo internazionale.

*presidente Fruitimprese Veneto




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