ALBERGHI, PICCOLO È BELLO: NON DILAPIDARE UN PATRIMONIO

di Giorgio Sartori *


Ogni tanto, ma con una certa sistematicità, viene posta sotto i riflettori della cronaca la questione del sottodimensionamento delle strutture alberghiere italiane che, nello scenario europeo, mondiale, sarebbero troppo piccole e, quindi, antieconomiche.
L'ultimo sortita in questo senso è del Ministro del Turismo Piero Gnudi che, nel presentare il piano strategico del settore, propone una sorta di “rottamazione” delle strutture più obsolete.

Andiamoci piano Signor Ministro, perché dietro la proposta "rottamazione" vi è "l'archiviazione" di migliaia di imprenditori e migliaia e migliaia di collaboratori familiari e dipendenti che non troverebbero collocazione nelle edificande nuove strutture ricettive di grandi dimensioni a conduzione tipicamente industriale, che dovrebbero nascere sulle "tombe" delle piccole e medie imprese.
Chi conosce la storia del sistema alberghiero italiano sa quanto sudore, quanta fatica, quanti investimenti hanno profuso gli albergatori, anche se di piccole e medie dimensioni, per arrivare a costruire, a migliorare, ad ampliare - per generare economie di scala - a stare al passo con i tempi.
Ed in queste fatiche nessuna realtà pubblica è venuta a supporto, anzi.
Difficoltà burocratiche, piani di assetto del territorio non agevolativi, sovrintendenze ai beni ambientali ed altro ancora, sono alcuni degli ostacoli trovati sul percorso del miglioramento aziendale.
Parlando del nostro territorio va, peraltro, riconosciuto che la Regione Veneto, attraverso Veneto Sviluppo, ha messo a disposizione un fondo di rotazione per il settore che, consta, essere interessante, ancorché non molto gradito ad alcune aziende di credito.
E' ingeneroso, quindi, bollare una piccola impresa alberghiera come realtà da rottamare.
Chi ha responsabilità di Governo, a qualsiasi livello, dovrebbe, come fanno le Associazioni di categoria, andare nelle aziende per rendersi conto degli investimenti che hanno attuato e stanno attuando, nonostante tutto, gli imprenditori.
Certi ragionamenti, certe esternazioni frutto di mere, fredde valutazioni fatte a tavolino che discendono da un’arida lettura dei numeri, sicuramente non vi sarebbero più.
E se la frammentazione alberghiera viene stigmatizzata come un male, cosa dovrebbe dire il piano strategico ministeriale sulla crescente diffusione del settore parallelo al ricettivo che si articola sotto le più svariate modalità ed ha una dimensione decisamente inferiore rispetto alle imprese da “rottamare”?
Coerenza si coniuga anche con conoscenza. Elemento, che, ci sia consentito, spesso difetta in chi si trova in plancia di comando.


*direttore generale di Confcommercio Verona




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